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Gay & Bisex

LO STUDENTE CINESE E IL MIO FETISH PER I PIEDI (PARTE PRIMA)


di Michellerimini
31.10.2020    |    1.796    |    4 9.8
"Mi soffermo ad osservare quel gioco dei suoi piedi pare quasi che avverta il mio sguardo, si volta verso di me proprio mentre sono assorto in quella visione..."
“A noi della DDR i cinesi non sono mai piaciuti sebbene proclamassero anche loro il comunismo”. Questo è quello che la mia nonna mi ha sempre ripetuto:
- “Sie sind große Lügner!” (Bugiardi, nella peggior accezione).
Ed eccoli qua, nemmeno a trentanni dalla caduta del muro pronti a far soldi con quei loro ristorantini puzzolenti e negozietti da due soldi. E questa volta proprio vicino alla "Galeria Kaufhof in Alexanderplatz!".. Adesso inizio a girarci intorno.. voglio vedere che razza di.. proprio qui poi.. nel cuore della mia Germania Est!

Mi rendo conto che ragionavo da “razzista” ma non avevo mai avuto rapporti con loro.. da sempre guardati dall'alto al basso da noi Tedeschi dell’Est ero stato cresciuto nell'ideale che erano “le pecore nere del socialismo reale”.
Ma quella teoria stava per sgretolarsi, proprio come i resti del muro che cingono ancora Pankow il mio distretto.

Prendo la metro U8 della linea Gesundbrunnen-Neukölln e arrivato alla fermata di Alexanderplatz scendo e in modo deciso vado diretto verso “l’oltraggioso ristorante”, quando sento afferrarmi per una spalla. Per un attimo sono rimasto come paralizzato da una scossa improvvisa.. E scopro che questo fulmine è un ragazzo di 18 anni con due occhi a mandorla profondi che mi sembravano disegnati con il Kajal:
- “Ciao! Sei Michelle vero? Mi chiamo Huey! Ho saputo a scuola che dai lezioni di Italiano, ne avrei davvero bisogno per rimettermi in riga con questa materia in vista della maturità. Faccio ancora Fatica col Tedesco, immagina con l’Italiano!...”
- “A..Ok, Ok, un attimo solo.. ma tu.. (nemmeno mi lascia finire di parlare)
- “Si, Si,.. scusa, mi presento meglio! La mia famiglia ed io siamo originari del nord est della Cina, prima di arrivare qui a Berlino abbiamo gestito un ristorantino take away per 10 anni a Düsseldorf, lì ho conosciuto dei ragazzi Italiani e da lì la mia voglia di imparare l’Italiano, che poi ho scelto come seconda lingua a Scuola!”
- “ Oook.. Bene Huey.. dunque, io.. (e di nuovo mi interrompe)
- Sai, da poco gestiamo un ristorante proprio a pochi passi da qui…
Preso alla sprovvista e inondato da questo fiume di parole in un tedesco zoppicante non riesco a dargli una risposta riguardo a date e orari.. Ma la mia confusione del momento è causata da altro che dalla sua parlantina pseudo tedesca.. ma dal suo sorriso e dai lineamenti del suo viso. Lo invito ad entrare da Starbucks affinché io possa capire di cosa ha veramente bisogno e dargli una data d'inizio da fissare in calendario. Mentre parliamo oltre ad ascoltarlo sul suo scarso livello di rendimento che ha con la lingua Italiana non riesco a staccare gli occhi dalle sue labbra, molto femminee come del resto sembrano essere i suoi modi. Ci accordiamo per il giorno successivo alle 21 e ci salutiamo, mentre io mi allontano sorrido e mi domando: “Ma dove “Kazzen” è finito il mio sprezzo per i cinesi..”


La sera della prima lezione, da buon neo-tedesco alle ore 21:00 “um Punkt”, il trillo del campanello. Lo accompagno nel mio studiolo facendolo sedere alla scrivania e sedendomi io sul divano dietro di lui. Iniziamo un primo esercizio di traduzione, ma mentre io detto e lui scrive il mio sguardo è rivolto alla figura del suo corpo. Indossa una tutina di cotone leggero, che a me sembrava una specie di pigiama e un paio di ballerine che si diverte a scalzare e a rinfoderare dopo averle fatte dondolare sulla punta, ora di un piede, ora dell'altro. Mi soffermo ad osservare quel gioco dei suoi
piedi pare quasi che avverta il mio sguardo, si volta verso di me proprio mentre sono assorto in quella visione..mi sorride e mi chiede di controllare ciò che fin li ha scritto.
Lo raggiungo alla scrivania per dare un'occhiata al foglio ma il mio pensiero è rimasto ai suoi piedi...e la folle curiosità mista al desiderio di guardarglieli da vicino. Gli dico che la traduzione è perfetta e che mi stili ora una lista di "verbi frasari".
Mentre lui si rimette a scrivere lascio cadere la mia penna, scendo a cercarla ma quello che cerco è tutt'altro.. è uno dei suoi piedi che incontro quasi subito, vedo la scarpa abbandonata sul pavimento e quel piede nudo e roseo a svettarmi ad un palmo dal viso.. ho il cuore che mi batte come un tamburo e incapace di resistere ci avvicino il naso.. l'odore intenso che emana mi causa un'erezione tale e una voglia di posarci sopra le labbra che riesco a trattenere a stento.. e a stento riesco a riconoscere me stesso.. li in quella situazione di eccitazione massima per due piedi maschili.. come rompere il limite del proibito attraverso i piedi di un ragazzino.. riemergo da quella tempesta dei sensi cercando di dissimulare il più possibile ma trovo il suo viso sorridente e con una luce maliziosa dirmi che la penna è ancora sul pavimento..
E’ già, la penna.. me la sono totalmente dimenticata perso com'ero.. la raccolgo senza mancare di tornare a guardare quel piedino meraviglioso e mi rimetto in piedi.
Huey non smette di guardarmi e sorridermi mentre mordicchia la sua penna me la porge per farmi notare la scalfittura che c'è sul cappuccio dicendomi che quel morso più forte l'ha impresso mentre avvertiva il mio respiro solleticargli le dita.. io balbetto qualcosa ma in viso sto avvampando, poi succede qualcosa che nella vita non avrei mai immaginato potesse accadere, Huey mi prende per mano e insieme raggiungiamo il divano, mi fa sedere e si slaccia la tuta lasciandola cadere ai suoi piedi nudo e sottile come un giunco ne sono come ipnotizzato. Le mie tempie ed il cuore sembrano volermi esplodere, per tacere dell'erezione che mi sta crescendo mentre si china con il suo viso bellissimo all'altezza del mio, quegli occhi a mandorla e quelle labbra carnose contornate dal nero corvino dei suoi capelli è un attimo che mi sfiora le mie labbra con un dito per poi appoggiarci le sue, mi bacia e mi sussurra se lo voglio, rispondo al suo bacio e la mia lingua risponde alla sua..è un bacio lunghissimo che mi proietta in paradiso e glielo dico.. mi sorride e si stacca da me.. appoggia la schiena al bracciolo e allunga le sue caviglie sulle mie ginocchia.. gliele accarezzo.. sfilo via prima una delle sue scarpine e poi l'altra, la visione di quei due piedini unita al fatto che adesso me li sta offrendo mi fa perdere il controllo, mi chino con il viso su di essi.. ecco, li annuso e li bacio.. bacio ognuna delle dieci dita e mi lascio inebriare dal loro odore.. ho il cazzo durissimo.. abbandono per un attimo quel paradiso olfattivo per liberarmi di maglietta e dagli slip, mi appoggio sul bracciolo opposto al suo e mi porto i suoi piedi sul petto e poi più su ad un centimetro dalle mie narici, il mio uccello ormai svetta al massimo dell'erezione. Huey sottrae uno dei suoi piedi al mio viso per scendere ad accarezzarmi il cazzo, sento il piacere già crescermi dentro e ad occhi chiusi non smetto d'inebriarmi dell'odore erotico di quel piedino..annuso le sue dita..le bacio come fossero petali di un fiore bellissimo, faccio scivolare la mia lingua tra ognuna di esse fino ad insalivarle tutte mentre lui muove su e giù l'altro suo piede appoggiato all'asta del mio uccello; sono al settimo cielo, quando sul filo dell'orgasmo più bello mai immaginato, forse perché sconosciuto, Huey sente il mio ansimare sempre più forte e toglie l'altro suo piede dalla mia bocca mentre si gira per sdraiarsi accanto a me, e ancora le nostre labbra vicine, mi sorride dicendomi di quanto la mia bocca odori dei suoi piedi e che mai avrebbe pensato puzzassero così tanto, gli sorrido a mia volta sussurrandogli che è l'odore più eccitante ed erotico che abbia mai sentito e che mai avrei immaginato di trovarlo sui piedi di un bellissimo ragazzino come lui.
Si strofina la punta del naso sulle mie labbra..ci baciamo e sento una delle sue mani avvolgermi l'uccello e tornare a masturbarmi, accarezzo a mia volta il suo scettro eretto, inizio a segarlo restituendogli ogni onda di piacere che lui sta regalando a me, un onda che aumenta in entrambi mentre le nostre lingue giocano a rincorrersi l'una nella bocca dell'altro.
L’orgasmo che ci regaliamo a distanza di pochi secondi l'uno dall'altro e il nostro sperma caldo sulle mani e sui nostri ventri ma noi non ci fermiamo, rimaniamo a limonare per lunghi minuti abbracciati per poi raggiungere la doccia e li ricominciare.
A mezzanotte passata ci salutiamo, gli ho prestato un paio di infradito da doccia e con quelle torna a casa.
Dovremo solo essere capaci nelle settimane a venire di separare le ore di studio da quelle che dedicheremo ad amarci, ed io già conto le ore nell'attesa di averlo a letto con me letto che raggiungo esausto per l'emozione vissuta.
L’emozione mi assale di nuovo quando vedo sul pavimento le sue scarpette, me le metto sul cuscino e inizio a esplorarne l'interno con il naso e a riempirmi il cervello dell'odore che emanano e un'altra insopprimibile sega sta per ricominciare...
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